Giuseppe D'Antona
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RELAZIONE CONVEGNO DEL 23 APRILE 2005 SUL TEMA:

“Un’ipotesi di moderna infrastruttura ferroviaria a servizio dell’economia centro-meridionale della Sicilia”

Innanzitutto un sentito ringraziamento alle gentili signore ed a tutti coloro, autorità e cittadini, aderenti e simpatizzanti del partito dei Socialisti Democratici Italiani, avversari politici, che hanno accolto il nostro invito a partecipare e dibattere un tema, da noi ritenuto importante e che si colloca all’interno di alcune proposte di ammodernamento delle infrastrutture che messe insieme concorrono a costruire una piattaforma che possa fare uscire il nostro territorio da una arretratezza ormai non più sopportabile.
E’ ormai patrimonio di tutti il rapporto che esiste tra economia ed infrastruttura. Il problema della mobilità nel territorio delle persone e delle merci è componente essenziale della produzione. Dal loro costo e dalla loro funzionalità dipende la nascita o la fine del patrimonio economico di un territorio.
Rendere agibile al meglio il territorio è compito della politica, attraverso l’analisi, le idee, la volontà di fare crescere economicamente le popolazioni che amministra.
Abbiamo scelto il tema ferroviario non perché riteniamo che sia risolutivo o prioritario rispetto ad altri, ma semplicemente perché riteniamo che le nuove scelte operate con il nuovo piano dei trasporti del governo regionale e con i programmi in essere di Rete Ferroviaria Italiana, in questo settore, se non opportunamente integrate, possono ulteriormente concorrere ad isolare la Sicilia centro – meridionale.
Da qui la sensibilità di concorrere ad uno sforzo che coinvolgendo tutti coloro che governano e concorrono alla produzione di beni in questi territori, apra un serio dibattito sul sistema viario, ferroviario, marittimo e di collegamento in genere, che si proietti, fuori da schemi di posizioni, per arrivare ad una proposta comune e concreta che nel medio termine possa sviluppare la nascita o la crescita di più adeguate infrastrutture.
La mia relazione non pretende di affrontare il complesso delle tematiche dei trasporti, ma si prefigge di dare un modesto contributo a stimolare un dibattito, su di un settore, e su un idea, che a nostro parere può essere essenziale e confacente al modello economico in atto presente nei territori che abbracciano le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.
Due i punti di partenza di questo nostro pensare ad alta voce: uno antico, uno recente. Quello antico, la realizzazione della A 19 alla fine degli anni 70 e quello recente, la prospettiva della realizzazione di un collegameno ferroviario che colleghi Palermo e Catania, con la costruzione di una nuova linea veloce che da Castelbuono si porta a Catenanuova.
I più anziani ricorderanno il grande dibattito politico apertosi sulla costruzione della autostrada Pa- Ct. Sul suo tracciato, sull’impatto che avrebbe avuto nei territori attraversati, ma soprattutto la consapevolezza che senza la costruzione di un anello stradale all’interno della Sicilia, chiamato allora dal ministro Salvatore Lauricella, Pedemontana, che aveva lo scopo di collegare le zone interne all’autostrada, si sarebbe accentuato l’isolamento.
La mancata realizzazione di questa opera, è sotto gli occhi di tutti: ha isolato l’area del vallone, condannandola ad un progressivo impoverimento, favorito anche dalla continua crescita dell’economia industriale rispetto a quella agricola, che ha accentuato il fenomeno dell’emigrazione. E non si può certamente rimproverare gli imprenditori che non investono nei nostri territori, se poi, non siamo in grado di offrire un habitat idoneo e confacente alle attività da svolgere, nè possiamo trincerarci dietro la mancanza di risorse, perché è proprio compito della politica: progettare e costruire per le generazioni future.
Prima di entrare nello specifico del tema che trattiamo, mi sforzerò di dare un quadro veloce, e spero sufficientemente chiaro, di ciò che al momento è previsto nel campo dei trasporti in Sicilia, quali gli atti che determineranno le scelte future, cosa è previsto per i nostri territori, e quindi come possiamo lavorare per far si che possiamo usufruire al meglio delle infrastrutture che si andranno a realizzare, cercando di abbandonare campanilismi di sorta o difese di bottega, ma sforzandosi di essere propositivi e realizzativi.
Il punto di riferimento e di partenza dei nostri ragionamenti è il PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI E DELLA MOBILITA’, che ha recepito gli indirizzi di politica dei trasporti delineati a livello nazionale e comunitario, e che è costituito da un Piano Direttore a cui si agganciano “i piani di settore” .
A tali piani concorrono naturalmente gli indirizzi di programmazione delle Province e dei Comuni e tutti quei soggetti che a qualunque titolo sono interessati al Piano.
E‘ interessante ed opportuno sottolineare che il PGT non viene più considerato una sommatoria di interventi infrastrutturali, ma un “progetto sistema” da agganciare alle esigenze socio economiche della regione, e quindi suscettibile di aggiornamento.
Mi preme fare tale considerazione, proprio per liberare il campo da eventuali mere accettazioni di scelte già operate che sono modificabili e comunque integrabili.
Lo dimostra il recente Decreto n° 40/Gab che ha adottato una integrazione al PRT per quanto riguarda il trasporto aereo, che individua la localizzazione di un aeroporto nel territorio di Racalmuto.
Lo dico anche perché la proposta che scaturirà da questo nostro incontro, non prescinde da tale piano, ma si inserisce in un ambito ragionevole di ampliamento del piano del trasporto ferroviario, con un opera, la velocizzazione o il raddoppio della Aragona – Canicattì – Caltanissetta – Enna – Dittaino – Catenanuova, che di per sé dimostreremo essere essenziale all’economia delle tre province, guarda caso, definite più povere della Sicilia.
E se pur essenziale ed importante sarebbe affrontare le tematiche della viabilità, anch’essa malata e bisognevole di interventi consistenti, abbiamo ritenuto di dovere scegliere una infrastruttura, quella ferroviaria, perché necessaria, economica, non inquinante, e in termini di costi, in periodi di caro benzina, riteniamo possa avere un punto di vantaggio su altri vettori, nel medio e nel lungo termine.
Qualche numero, e per ciò spero di non annoiarvi, ma è necessario, sulle aree interessate dalla nostra proposta, sia come storia, che di presenza infrastrutturale ed economica.
Le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, hanno avuto notevole rilevanza economica sin dagli inizi del 1800, grazie alla presenza nei loro territori delle miniere di zolfo.
La richiesta di sempre maggiori quantità di zolfo da parte dell’industria europea, la necessità di modernizzare il trasporto dello zolfo, eseguito con i muli, i carretti, e si sperimentò anche con i cammelli, dopo notevoli scontri politici, determinò la scelta di collegare tutti i maggiori centri solfiferi con le città costiere.
La rete stradale siciliana nella seconda metà dell’800 era inadeguata alle esigenze economiche del trasporto dello zolfo, da qui la necessità rilevata dal governo Ricasoli di istituire attraverso il ministero economico diretto dal ministro Filippo Cordova, una commissione che promuovesse lo sviluppo minerario in Sicilia.
La commissione capeggiata da Felice Giordano favorì la costruzione delle ferrovie siciliane durante i primi anni post unitari e vennero realizzate le linee ferroviarie di collegamento con Termini Imerese e con Catania, toccando i più importanti centri minerari, ed alla fine dell’800 la rete siciliana poteva considerarsi completata.
Sappiamo tutti quali fatti concorsero alla fine dello sfruttamento delle miniere di zolfo, così come possiamo affermare senza tema di smentita che gli unici successivi interventi infrastrutturali sono stati tutti in direzione del gommato e le strutture ferroviarie si sono avviate così verso un lento ma costante decadimento.
L’accordo di Programma Quadro per il trasporto ferroviario, tra il Governo della Repubblica e la Giunta Regionale Siciliana del 5 ottobre 2001, è un altro significativo passo per l’infrastruttura ferroviaria siciliana.
In esso viene definito il quadro complessivo degli interventi, i soggetti responsabili, in questo caso le FS, i necessari finanziamenti disponibili e quelli a finire.
Le opere più significative naturalmente sono i collegamenti Palermo – Messina, Messina – Catania – Siracusa, Nodo di Palermo, e la velocizzazione della Palermo - Agrigento, già progettata ed in fase di predisposizione delle gare di appalto per le progettazioni esecutive e di espropri.
In tale accordo, la Regione Siciliana ha l’incarico di procedere allo studio di fattibilità relativo al potenziamento delle linee regionali, per competenza.
A conferma che tutto è dinamico e la politica e l’economia determinano le scelte, il 31 marzo 2004 è stato sottoscritto un atto integrativo al Programma Quadro che prevede l’utilizzo di risorse della Delibera del CIPE n° 17/2003, nel quale sono previsti la realizzazione dell’anello ferroviario di Palermo, la Metroferrovia di Messina, ed il prolungamento della linea metropolitana di Catania. Tutto necessario, tranne il dovere constatare che ancora una volta le aree interne vengono penalizzate a favore delle grandi aree metropolitane.
In esito alle attività svolte dalla Regione Siciliana per il potenziamento delle linee di interesse regionale, è già stata esperita la gara d’appalto che prevede lo studio di verifica della fattibilità tecnica ed economica degli interventi di potenziamento delle linee Siracusa – Gela, Palermo – Trapani, Palermo – Catania, Catania – Caltagirone – Gela.
Tra le importanti opere previste in Sicilia si colloca un nuovo collegamento tra Palermo e Catania, che partendo da Castelbuono si collega alla stazione di Catenanuova.
La nuova linea ferroviaria Palermo – Catania si sviluppa partendo con un bivio a 100Km/h in piena galleria naturale, prima della stazione di Castelbuono, per poi indirizzarsi in direzione di Catenanuova totalmente in variante rispetto ai tracciati ferroviari esistenti, e con la previsione di n raddoppio ed elevamento della velocità di esercizio tra Catenanuova e Catania.
Lo studio di fattibilità di tale opera è stato già completato nel 2004, il termine previsto per portare a compimento la progettazione definitiva è valutato in 16 mesi, il tempo stimato per la realizzazione è di 7 anni ed il costo complessivo dell’intervento è stimato in 4.000 milioni di €, con una prima fase funzionale, relativa alla velocizzazione della Catenanuova – Bicocca stimata in 400 milioni di euro.
Non valuto se tutto ciò che è in cantiere è adeguato o meno. Dico che è necessario, ed aggiungo che era ora.
Ma non bisogna fare gli errori del passato e quindi bisogna operare rendendo omogenei i territori e tentanto di mettere nelle condizioni tutti di utilizzare al meglio quanto si realizza.
Ed è per questo che non diciamo che la nuova linea Palermo – Catania, è da contestare o da spostare ; non vogliamo avere ognuno una fermata od un aeroporto sotto casa.
Mettiamo all’attenzione di tutti lo stato del nostro territorio, cerchiamo di esaminarne lo stato di salute, le potenzialità, ed in virtù del principio che al PRT concorrono tutti i soggetti interessati, vogliamo confrontarci su una proposta, semplice, comprensibile, realizzabile, che può essere probabilmente vitale al futuro sviluppo delle aree interne.
La nuova linea Palermo – Catania via Castelbuono - Catenanuova, considerando che le linee ferroviarie interne non si presentano competitive, ci ripropone la stessa situazione, e cioè il progressivo ulteriore isolamento delle zone interne.
Partendo dalla considerazione che per fare mercato, oggi è necessario avere servizi essenziali come acqua, luce, gas, aree attrezzate ed urbanizzate, idonea viabilità stradale e ferroviaria, ci sembra giusto partire da alcune considerazioni sul territorio e sulla sua storia per poi approdare alla proposta da sottoporre agli intervenuti, ai partiti politici, alle istituzioni industriali, sindacali, di governo e non, affinché se condivisa possa essere un punto di partenza sul lavoro da fare per evitare appunto l’isolamento che noi paventiamo del centro meridione della Sicilia. La nuova linea PA – CT ed il probabile potenziamento della vecchia linea PA –Vallelunga –Catania, ci porta ad osservare che rimangono escluse da un collegamento veloce, che coinvolge sia il traffico passeggeri ma soprattutto merci, l’asse che da Aragona via Canicattì si porta a Caltanissetta e successivamente a Catenanuova.
Lungo questa direttrice di 100 km., giusto per fare insieme mente locale, si collocano i comuni di Aragona, Comitini, Grotte, Racalmuto, Castrofilippo, Canicattì, Serradifalco, San Cataldo, Caltanissetta, Santa Caterina, Villarosa, Enna, Valguarnera, Raddusa, Catenanuova, nonché i comuni viciniori, per una popolazione stimata pressappoco in 400 mila unità, dove le uniche realtà economiche presenti in questo entroterra siciliano sono costituite dalle attività nate grazie alla nostra imprenditoria, ma soprattutto grazie all’impegno ed allo stimolo delle ASI di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, che hanno promosso negli ultimi 15 anni una crescita che ormai è evidente, e se opportunamente supportata da aiuti in realizzazione di infrastrutture e miglioramento dei servizi, tale crescita non può che essere esponenziale.
Queste aree industriali possono oggi rappresentare quello che le miniere di zolfo rappresentarono alla fine dell’800 e per i primi anni 50 del secolo scorso.
L’area industriale Favara Aragona, la forte presenza commerciale di Canicattì, la realizzazione della nuova area industriale di Grottadacqua, le cui potenzialità ritengo esporrà in modo esaudiente il presidente dell’ASI di Caltanissetta, Dott. Umberto Cortese, che ringrazio pubblicamente per la grande disponibilità dimostrata nei confronti di questa nostra iniziativa, San Cataldo scalo, l’area di C.da Calderaro, dove adesso ci ritroviamo, l’area industriale della valle del Dittaino, dove già sono già presenti più di 30 imprese con un numero di addetti di circa 1000 unità, il costruendo piano artigianale di Catenanuova ormai al completamento, sono delle realtà, e io dico, le uniche realtà economiche, oltre al settore agricolo, che con il necessario supporto infrastrutturale possono certamente avviare un fiorente futuro per l’imprenditoria.
Per consentire una ulteriore e più organica crescita, occorre però, che il prodotto, possa essere mobilitato con il minimo dei costi, in sicurezza e con la massima celerità.
Non voglio stancarvi con luoghi comuni, ma conosciamo il livello di congestione che le lunghe code dei Tir provocano nelle nostre strade e soprattutto abbiamo cognizione degli attuali costi del carburante che ha raggiunto livelli ormai non più tollerabili.
Diciamo quindi che il raddoppio della tratta Aragona – Canicattì - Caltanissetta - Enna – Catenanuova è un opera, non necessaria, ma indispensabile per supportare l’economia delle nostre aree industriali.
Lanciamo quindi in questa sede, questa proposta affinché possa diventare patrimonio di tutti, governo ed opposizione, nella consapevolezza che da soli non arriveremmo a niente, ma con lo spirito e la certezza che la politica ha un grande dovere: quello di costruire per le generazioni future opportunità di ricchezza, ricercandone modi e metodi, nella consapevolezza che la pratica di per non fare realizzare le idee altrui, solo per mera opposizione, è, e deve essere una pratica ormai da dimenticare perché ci condanna all’immobilismo e quindi alla povertà.
E certamente non possono esser i costi che ci preoccupano: non saremmo dei politici.
Sento troppo spesso dire che non ci sono risorse, ma vedo troppo spesso che di risorse se ne sprecano tante.
Siamo nel XXI secolo. Nei secoli scorsi sono state realizzate opere come Panama, Suez, il tunnel della manica, il tunnel di Sei-Kan, il tunnel Tokyo Bai.
Nel 2012 è previsto il collegamento sullo stretto di Messina. Sono già progettati i tunnel Giappone –Corea, il tunnel di Gibilterra, ed il tunnel dello stretto di Bering tra USA e Russia.E’ in progetto il tunnel che da Mazzara del Vallo a Capo Bon, collegherà la Sicilia e la Tunisia.
La nostra è sicuramente un’opera che non può annoverarsi tra quelle che ho elencate: è una piccola opera ma necessaria.
Lasciamo ai progettisti il compito di decidere se è necessario raddoppiare la linea o velocizzarla, se mantenere il tracciato o per alcuni tratti andare in variante, come per esempio l’aggiramento del passo di Enna.
Ognuno svolga il suo compito.
Il nostro compito ed il nostro dovere, il dovere della politica, è quello di lavorare per realizzare un solo sogno: quello di creare opportunità di lavoro, benessere civile e sociale, una società che viva serena, senza conflitti e dignitosamente. Solo così potremo dire di avere operato nell’interesse della collettività ed aver lavorato per le generazioni future.