Giuseppe D'Antona
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RFI. Il collegamento su rotaie risale al tempo delle miniere. Il piano di sviluppo si può migliorare.

Ferrovie, D’Antona: un solo collegamento col Nord


(sg) Il nuovo piano varato recentemente dalle Ferrovie dello Stato con investimenti miliardari, continua a far discutere le forze politiche. Da quel piano com’è noto, la nostra città è tagliata fuori. Oggi si registra l’intervento abbastanza articolato di Giuseppe D’Antona, segretario cittadino dello Sdi, il quale non esita a definire «obsoleti e da terzo» mondo i servizi offerti alla clientela. «Le linee ferroviarie – rileva D’Antona sono quelle costruite sulla via dello zolfo, mai migliorate strutturalmente. Il collegamento diretto con il nord é garantito ormai , da un solo treno e non esiste più un diretto per Roma. Tutto ciò con buona pace dei nostri rappresentanti nazionali che di volta in volta ci hanno rassicurato che tutto sarebbe presto cambiato. Il costo aereo concorrenziale che ha collocato Catania a terzo polo aeroportuale d’Italia aggiunge D’Antona ha di fatto dato l’ultimo colpo al trasporto ferroviario. Non può certamente sfuggire all’attenzione dei cittadini che a decisioni prese si apre il solito balletto, ma non è accettabile che a criticare siano gli uomini delle istituzioni nazionali o locali, deputati a governare le scelte che alla fine coinvolgono i loro elettori e loro stessi. Non può certamente sottovalutarsi la ricaduta negativadella scelta che prevede una linea veloce che allaccia la Palermo Messina in prossimità di Castelbuono alla Caltanissetta Xirbi Catania a Catenanuova.
Quale futuro si chiede l’esponente dello Sdi per le nostre comunità. Occorre muoversi con tempestività affinché ‘a province interessate, i comuni, mondo industriale ed economico provvedano ad analizzare sin da ora a quali possono essere le soluzioni aggiuntive e propedeutiche alla scelta del piano ferroviario. Il dovere della politica é creare condizioni per lo sviluppo delle generazioni futuro e non quello di prendere atto di scelte fatte da altri».

Il Giornale di Sicilia - 5 gennaio 2004